La prova di maturità dell’Europa
L'appello di Volt ai leader europei in occasione del Consiglio europeo di emergenza
I leader europei hanno avuto 4 mesi per preparare un piano per difendere l'Ucraina e la nostra democrazia. Nonostante anni di prove del fatto che Trump rispetta solo la forza e punisce la debolezza, e dopo ripetute richieste di azione urgente, hanno pensato che la migliore strategia fosse aspettare per un piano americano.
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Dopo gli eventi degli ultimi giorni, è chiaro che il piano americano prevede di premiare la Russia per una guerra coloniale, di ricattare e dare lezioni all'Ucraina sulla sua sovranità e di pretendere che l'Europa finanzi e faccia difendere dalle proprie truppe un accordo di pace a cui l'Europa non partecipa.
Non abbiamo bisogno di altri discorsi sulla “sveglia”, ma di azioni concrete per creare una realtà diversa. Perché la strada dell'autocrazia è lastricata dall'inazione. I leader europei riuniti oggi in un Consiglio europeo di emergenza dovranno dare una risposta convincente a una domanda:
L'Unione europea è in grado di difendersi da sola o sarà vittima di una prepotenza che la renderà irrilevante?
Il primo passo è affrontare il fatto che l'attuale amministrazione statunitense è ostile all'idea stessa di alleanza transatlantica. Ma fortunatamente abbiamo i mezzi per prenderci cura di noi stessi.
Dobbiamo renderci conto della nostra forza e capire che l'Europa, con un'economia 20 volte superiore e una popolazione 4 volte superiore a quella della Russia, ha tutti i mezzi per difendere l'Ucraina e se stessa.
Dobbiamo renderci conto che la Russia attaccherà gli Stati membri dell'UE e della NATO se ne avrà l'occasione. Dobbiamo costruire immediatamente la capacità di difenderci.
La questione è più grande di noi. Dal Canada al Giappone, le democrazie liberali devono affrontare l'aggressione di autocrati e le pressioni degli Stati Uniti sul multilateralismo. Dobbiamo unirci e reagire.
Un piano concreto per ristabilire la pace in Europa:
Primo, mettere l’Ucraina nella posizione più forte possibile.
Sequestrare 300 miliardi di beni congelati russi, investendoli nella difesa dell'Ucraina;
Raddoppiare gli aiuti esistenti e inviare un nuovo massiccio pacchetto di aiuti militari;
Offrire un sostegno diretto sul terreno, compreso l'addestramento e i compiti non di combattimento;
Poi, raggiungere una pace giusta, comprensiva e sostenibile.
Chiedere un posto al tavolo dei negoziati per l'Ucraina e l'Europa;
Rifiutare di riconoscere qualsiasi perdita di territorio; nessuna normalizzazione dei legami con Putin;
Fornire garanzie di sicurezza significative, attraverso una presenza militare europea;
Infine, sbloccare il potenziale dell’Europa attraverso il successo ucraino.
Ricostruire l'economia ucraina, offrendo anche enormi vantaggi all'UE;
Accelerare l'integrazione dell'Ucraina nell'UE, anche prima della piena adesione;
Fare un accordo equo sulle risorse ucraine per una transizione verde condivisa;
Questa sfida non si esaurisce in Ucraina. L'Europa deve essere in grado di difendere i propri interessi, di opporsi alle interferenze straniere e di stringere legami più stretti con altre democrazie liberali.
Preparare l'Europa a scoraggiare un attacco russo
Finanziare il gap di 500 miliardi di euro di investimenti nella difesa, raggiungendo almeno il 3% di obiettivi di spesa attraverso un finanziamento congiunto, e investirli in modo europeo per massimizzare le economie di scala;
Acquistare congiuntamente tutte le capacità necessarie, istituendo un'Autorità europea per l'industria della difesa (EU Defence Industry Authority), come richiesto nella relazione Draghi, e standardizzando i tipi di equipaggiamento ora frammentati;
Creare forze sufficienti per raggiungere gli obiettivi della NATO, anche attraverso la creazione di Eurocorps multinazionali, che gli Stati membri più piccoli non possono raggiungere da soli;
Sfruttare il potere della nostra società e delle nostre alleanze
Rispondere a potenziali tariffe statunitensi e a privati cittadini che interferiscono nelle nostre democrazie con sanzioni e strumenti anti-coercizione che già abbiamo, in particolare per le big tech;
Stringere legami più stretti con il Canada e con altre democrazie liberali che cercano di preservare l'ordine internazionale basato sulle regole, anche stabilendo nuovi accordi commerciali;
Rafforzare il nostro vicinato offrendo un approccio “more for more” alle popolazioni favorevoli all'UE in Georgia, Moldavia e nei Balcani occidentali, sanzionando al contempo gli autocrati.
Gli europei hanno il loro destino nelle proprie mani. Nessuno lo farà per noi. La buona notizia è che possiamo farlo; quello che ci serve ora è la volontà di agire.